
Berlina Sportiva: un ossimoro di successo
Parte 4: the Eighties
“Duralfa è il nome di una lega brevettata dall’Alfa Romeo e utilizzata prima sui motori aeronautici, poi anche sui motori automobilistici, uno pseudonimo che da solo è un indicatore dello spirito, dell’anima e del cuore Alfa Romeo. Scoprite un viaggio attorno alle vetture del nostro museo attraverso racconti che nascono da un punto di vista mai banale, arricchiti da immagini che mostrano forme sempre affascinanti. Grazie Duralfa!” Elisabetta Cozzi

Foto 4.1 : il frontale dell’Alfa 90 del 1984, vettura che sostituisce in gamma l’Alfetta, condividendone e sviluppandone la meccanica

foto 4.2 : il muso aggressivo dell’Alfa 75 del 1985, erede della Nuova Giulietta. La 75 nasce nell’anno del settantacinquesimo anniversario dell’Alfa Romeo
Duralfa
Lo scrittore “segreto” con l’Alfa nel cuore, nell’anima e negli occhi, racconterà un’interpretazione particolare delle vetture Alfa Romeo del museo, perché ogni auto ha dietro di sé un mondo da scoprire e raccontare.
Berlina Sportiva: un ossimoro di successo – 4° parte
Con la quarta parte di “Berlina Sportiva: un ossimoro di successo”, torniamo negli anni ’80 con un racconto firmato “Duralfa” che arriva dritto al cuore degli alfisti. Buona lettura…
Un ossimoro di successo : the Eighties (parte 4)
Nel biennio 1984-’85 la Casa del Biscione sostituisce il binomio Alfetta e Giulietta con “Alfa 90” (foto 4.1) e “Alfa 75” (foto 4.2) (rispettivamente “K2” e “K1”, secondo codifica tecnica interna all’Alfa): le due nuove vetture – realizzate in una fase “frugale” dell’Azienda – rappresentano due carry-over, al di sotto delle aspettative la prima, di successo la seconda, che traghettano l’Alfa Romeo nei successivi anni ’90.
L’Alfa 90, il nome fa riferimento all’ “Alfa per gli anni Novanta”, esordisce prima al Salone di Parigi e poi a quello di Torino del novembre 1984, è disegnata da Bertone (foto 4.3), che si sforza di realizzare una vettura che presenti spunti nuovi, nonostante il vincolo dell’utilizzo di componenti strutturali ed estetiche dell’Alfetta.
Il carrozziere torinese fa un ottimo lavoro, riuscendo a dotare la 90 di una sua personalità, e i tecnici di Arese sfoderano una buona dote di concreta creatività: lo spoiler frontale mobile (foto 4.4), la strumentazione digitale al top di gamma (foto 4.5), un bel turbo diesel moderno ed efficiente. Al vertice (foto 4.6) viene proposto il “V6” 2,5 litri: per la prima volta in Alfa si sforano i due litri di cilindrata adottando un sei cilindri nel segmento-Alfetta. L’anno successivo il V6 arriva nella classe due litri, con due obiettivi: proporre un motore di frazionamento maggiore ma non gravato dal fisco e, dal punto di vista tecnico, un sistema di iniezione elettronica (“CEM”) progettato dalla stessa Alfa Romeo.

foto 4.3 : l’Alfa 90 è disegnata da Bertone che, nonostante i vincoli strutturali imposti dalla Casa, realizza una berlina con spunti nuovi e interessanti

foto 4.4 : un primo piano dello spoiler frontale mobile dell’Alfa 90: un’innovazione che permette di aumentare la deportanza della vettura, migliorandone la stabilità

foto 4.5 : la strumentazione digitale dell’Alfa 90, dotazione di serie della versione al top della gamma, una soluzione che ha un inconfondibile sapore anni ‘80

foto 4.6 : la versione di vertice dell’Alfa 90 è rappresentata dalla “Quadrifoglio Oro”, equipaggiata col motore “V6” da 2,5 litri: per la prima volta nel segmento la Casa Milanese propone un sei cilindri
Alfa 90 all’Arco della Pace
Sul mercato italiano l’Alfa 90 si trova a dover fronteggiare una concorrente riapparsa sulla scena, dopo anni di incertezze, con una proposta moderna e convincente: la Lancia Thema.
La Thema ha un’impostazione moderna, dimensioni più elevate della “90”, uno stile by Italdesign, abitabilità maggiore, sconfina nel segmento superiore ma non ha la stessa sofisticazione tecnica della berlina milanese, in particolare il “V6” di Torino (anzi, francese, visto che è un “PRV”, Peugeot-Renault-Volvo) non regge il confronto con quello dell’Alfa Romeo.
Le immagini istituzionali dell’Alfa 90 la vedono ritratta a Milano, anche nella tradizionale foto di rito davanti all’Arco della Pace che ha visto posare quasi tutti i nuovi modelli del Portello, davanti agli edifici della “Fiera di Milano”, proprio a voler sottolineare la dinamicità e il respiro internazionale del capoluogo lombardo e, soprattutto, perché l’Alfa Romeo ha sempre avuto un legame strettissimo con la città (foto 4.7).
L’Alfa 90 chiude il suo ciclo di vita commerciale nel 1987 dopo 56.500 unità prodotte, numero limitato anche dalla cannibalizzazione interna da parte della più giovane Alfa 75, e lascerà il posto alla nuovissima “164” (foto 4.8) che ne raccoglierà in parte il testimone e sarà un modello di ampio successo.

foto 4.7 : l’immancabile Stemma dell’Alfa Romeo con la croce e il Biscione, simboli inequivocabilmente legati alla città di Milano

foto 4.8 : la 164, ammiraglia della gamma della Casa di Arese, disegnata da Pininfarina
La fedeltà al Marchio
Nella primavera del 1985 è la volta della sostituta della Giulietta (che termina con 380.000 unità prodotte), cioè la “75”, denominata così per celebrare i settantacinque anni della Casa Milanese (foto 4.9).
L’Alfa 75 ha una parentela ancora più stretta con la vettura di cui prende il posto, e anche qui al vertice il motore a sei cilindri (160 cv). I componenti condivisi con la Giulietta sono parecchi, ma la 75 è un carry-over di successo: linea spigolosa e molto personale (foto 4.10), gruppi ottici a trapezio (foto 4.11), modanatura a contrasto che percorre la linea di cintura (foto 4.12), bagagliaio ampio.
Le portiere sono le stesse della Giulietta (foto 4.13), ma i tecnici e gli stilisti di Arese sono bravi a mimetizzarle e assieme ad altri elementi comuni, la vettura viene percepita diversa (e nuova) dal pubblico. Rispetto alla “90”, la “75” ha successo e conferma il fenomeno della fedeltà al Marchio, grande patrimonio dell’Alfa Romeo: gran parte dei clienti della Giulietta passa alla 75 e chi può, prova il V6.

foto 4.9 : l’Alfa 75, nata nell’anno della celebrazione dei tre quarti di secolo dell’Alfa Romeo

foto 4.10 : la linea molto forte e personale dell’Alfa 75, uno tra gli aspetti vincenti della vettura

foto 4.11 : gli originali e caratteristici gruppi proiettori anteriori a trapezio dell’Alfa 75, motivo che si ripete anche per i gruppi ottici posteriori

foto 4.12 : la modanatura laterale dell’Alfa 75, altro elemento stilistico caratteristico della vettura

foto 4.13 : le portiere della 75 sono le stesse della progenitrice “Giulietta”: frutto dei vincoli tecnico-industriali ma risolti brillantemente dal Centro Stile Alfa Romeo allora guidato da Ermanno Cressoni
I Piloti del team: Patrese, Cheever e Munari
I piloti del team Benetton-Alfa Romeo di F.1 Riccardo Patrese e Eddie Cheever (foto 4.14) fanno da testimonial presso la pista di Balocco per presentare l’Alfa 75 in un contesto molto congeniale per una berlina sportiva del Biscione. E’ presente anche Sandro Munari, che ha mosso i primi passi da rallista con l’antenata della 75, cioè la Giulia TI Super: memorabile la copertina del mensile “Auto Capital”, patinato e “modaiolo”, in cui un’Alfa 75 “Quadrifoglio Verde” ha sullo sfondo proprio una delle 499 Giulia TI Super in colore biancospino realizzate vent’anni prima.
Ma gli alfisti, e quelli ancora non-alfisti, saranno attratti da altre novità in cantiere sulla 75: nell’86 arriva la “Turbo” (“Finalmente il turbo si merita un’Alfa”, la pubblicità) (foto 4.15), un propulsore sovralimentato moderno, efficiente, innovativo e affidabile. L’anno successivo debutta la versione con il motore a doppia accensione, soluzione simile a quella delle GTA dell’Autodelta, progettato per essere realizzato in grande serie: l’Alfa Romeo, da una soluzione squisitamente tecnica, crea un marchio universalmente riconducibile al Biscione, cioè “Twin Spark”, che firma la berlina sportiva due litri aspirata (148 cv) più prestazionale del mercato. Un rilancio in grande stile del “duemila-Alfa-Romeo”, che diventa una best-seller.
Sempre nel 1987 la Casa del Portello introduce, al vertice delle proposte, la 75 “3.0 V6” (188 cv): una berlina compatta con un bel “motorone”.

foto 4.14 : i piloti – Riccardo Patrese ed Eddie Cheever – del team Alfa Romeo-Benetton di Formula 1 nelle stagioni 1984 e ’85

foto 4.15 : il motore turbo dell’Alfa 75, presentato nell’estate del 1986, dotato di intercooler e controllo elettronico: affidabile e prestazionale, un ennesimo successo dell’ingegneria motoristica del Biscione
Alfa 75 al di là dell’Atlantico …
L’Alfa 75 è protagonista del mercato anche al di là dell’Atlantico: la “Milano”, così come viene denominata la versione USA, che in realtà è un modello che beneficia di molte modifiche per essere distribuita in Nord America, quasi un’altra macchina, si aggiunge a “Spider” e “GTV 6” negli showroom dei dealer negli States e nel 1986, anno del debutto, la consociata “Alfa Romeo Inc” registra il record di immatricolazione annuo con quasi 8.000 vetture.
Il servizio fotografico ufficiale viene scattato a New York, nel normale traffico cittadino, in cui una Milano Rosso Alfa sfreccia nella Grande Mela a Manhattan, davanti alle twin towers, sul ponte di Verrazzano. L’Alfa Romeo organizza un tour che vede la Milano raggiungere parecchie località negli Stati Uniti che si chiamano “Milano”, come la vettura e come la sua città natale. La presentazione stampa invece è organizzata a Phoenix, in Arizona.
L’Alfa 75 non può essere estranea, per sua vocazione spirituale, alle corse, per cui nel 1987 vengono prodotti sulle linee di Arese i 500 esemplari della “75 Turbo Evoluzione” (foto 4.16), necessari per l’omologazione nel Gruppo A del campionato Europeo Turismo: dopo i successi della GTV6 2.5, ora tocca alla 75 sovralimentata.
Nel 1992 l’ultima 75, una “1.6 IE” in Rosso Alfa, lascia la linea produttiva di Arese (oggi si trova presso il museo Alfa Romeo) dopo 387.000 esemplari prodotti. E si chiude un’epoca (non solo tecnica): L’ultima Alfa Romeo della “scuola-Satta” è fuori gamma e il modello che dovrà sostituire la 75 non avrà un compito facile.

foto 4.16 : la “75 Turbo Evoluzione” prodotta in 500 esemplari in Rosso Alfa e destinata ad essere impiegata nelle competizioni per vetture Turismo