Donne e motori in tour 2025

Donne e motori 

Claudia de Lillo, Daniela Bramati, Marta Gasparin, Alessia del Corona e Tiziana Vallone

Luglio 2025

RITA PAPARELLA

Ingegnere nucleare, PhD in fisica delle particelle. Giornalista pubblicista e consulente tecnico in progetti industriali di innovazione e R&D

Se è la tua prima volta qui, benvenuta/benvenuto!  

“Donne e Motori? Gioie e basta” è il progetto fotografico del Museo Fratelli Cozzi che sfida i pregiudizi di genere, raccontando la forza di 40 donne attraverso gli scatti di Camilla Albertini. La terza edizione celebra la sorellanza, per superare gli stereotipi sulla solidarietà femminile. 

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Come ogni mese, vi accompagniamo alla scoperta delle donne protagoniste e dei luoghi che hanno ospitato e ospiteranno la mostra e il progetto. 

Claudia De Lillo: quando la curiosità è un’arte (e l’ironia un mestiere)

Alias Elasti, giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica. Fa yoga e dolci, anche insieme. Vive con quattro maschi, suo malgrado

Milanese DOC con DNA mediterraneo e mente da economista, ha saputo trasformare un blog aperto per gioco in una brillante carriera da scrittrice, giornalista e voce radiofonica. Tra tesi su modelli stocastici e risvegli all’alba su Radio2, ha colto ogni occasione con ironia, curiosità e zero timori. Da “Elasti” a firma autorevole, è l’esempio elegante di chi sa reinventarsi senza perdere leggerezza (né mai la penna). 

Laureata obtorto collo in Economia alla Bocconi (“Mi piaceva la matematica, tutto qui”), Claudia si ritrova catapultata, vestita di fresco e di buone intenzioni, nella sala operativa di una Società di Intermediazione Mobiliare milanese degli anni Novanta: un ambiente in cui le donne sono un elemento di discontinuità rispetto all’ambiente totalmente maschile e molto scaramantico e, di conseguenza, viste come singolarità avverse. Lei resiste poco. Non per debolezza, ma per lucidità: “Non mi sentivo discriminata, ma non era il mio mondo”. Già qui si intravede un tratto distintivo: saper dire di no, anche a una promettente carriera “di successo”. 

La finanza, comunque, le fornisce un rigore che non abbandonerà mai, nemmeno quando aprirà, quasi per caso, il blog “Nonsolomamma”, nel 2006. All’inizio è una valvola di sfogo, un esperimento a doppia identità, con la scrittrice mascherata sotto lo pseudonimo di Elasti e l’analista finanziaria che continua a battere i tassi d’interesse durante il giorno. Ma la voce, ironica, autentica, affilata senza essere tagliente, trova subito il suo pubblico e, quando arriva la proposta editoriale, non è un colpo di fortuna: è il frutto di “anni di lavoro pazzo e disperato”, come dice lei stessa. 

Dietro alla penna che racconta con tenerezza e disincanto la maternità, la famiglia, la vita in bilico, c’è una mente che sa come osservare, scegliere e dosare le parole. Che non si fa intimidire né dai mercati né dai colleghi radiofonici (“Tutti maschi da una vita”) e che, anzi, sa come entrare nei gruppi più coesi con leggerezza e fermezza, preferendo la persuasione intelligente allo scontro frontale. “Con i maschi l’accudimento funziona. Non materno, ma di rispetto. Non ti impongono mai una scelta, ma se li porti piano piano dove vuoi, poi sono contenti”. Il rispetto, ovviamente, deve essere biunivoco, come la parità. 

Nel 2012 arriva anche un’onorificenza dal Quirinale. Claudia crede a uno scherzo. Invece è tutto vero: Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per il personaggio di Elasti e il suo ruolo nel porre la conciliazione tra lavoro e maternità al centro del discorso pubblico. “Un riconoscimento che mio padre, sociologo e accademico, guardava con orgoglio e un filo di incredulità”. 

Non c’è retorica nella sua narrazione. Nemmeno quando parla di sorellanza, da lei vissuta concretamente, tra contatti che diventano ponti, donne che la spingono avanti, e gruppi di yoga che diventano reti di solidarietà. “La rivalità tra donne? Una bella narrazione… ma maschile”. 

E nonostante un blog seminale, libri pubblicati, radio, podcast, televisione, Claudia sa bene che c’è sempre qualcuno pronto a incasellarla come “quella di Nonsolomamma”. Ma non si scompone: sa che la voce giusta, se coerente e paziente, prima o poi arriva dove deve. E oggi che si appresta a far uscire un libriccino dedicato agli “Esseri maschi, istruzioni per macchine apparentemente semplici”, guarda al futuro con desideri chiari: altri libri e, chissà, un programma radio tutto suo. Magari ancora all’alba, quando la città sonnecchia e le persone escono gradualmente da quella sfera intima che, inevitabilmente, hanno ancora un po’ appiccicata addosso come la bava notturna o le pieghe del cuscino. 

Claudia de Lillo

Marta Gasparin: visione, passione e lucidità in un mondo ad alta velocità 

Head of Pirelli Motorsport Commercial Operations and Marketing 

Determinata, lungimirante e profondamente consapevole, Marta Gasparin è oggi una delle figure chiave del motorsport internazionale. Alla guida delle Commercial Operations and Marketing di Pirelli Motorsport, muove con competenza e autorevolezza i fili di strategie globali che legano l’azienda milanese ai maggiori campionati mondiali, dalla Formula 1 al GT World Challenge. Una posizione di vertice in un contesto a forte predominanza maschile, che Marta ha raggiunto senza scorciatoie, puntando tutto su competenza, reputazione e capacità di leggere il cambiamento. 

“Non ho mai pensato che il fatto di essere donna dovesse essere un vantaggio o un limite. Mi ha sempre infastidito sentirmi dire “Ah, sei una donna e fai questo lavoro?” come se ci fosse qualcosa di straordinario in questo”. Una convinzione che ha orientato tutto il suo percorso: dalla laurea in Scienze della Comunicazione con una tesi sul marketing del lusso applicato all’automotive, allo stage in Porsche Italia che ha segnato l’inizio della carriera. Non veniva da una famiglia di appassionati di motori, “Mamma e papà erano insegnanti”, ma fin da ragazzina nutriva una passione che si è trasformata in vocazione e infine in mestiere. 

Dopo undici anni in Porsche, dove ha lanciato iniziative innovative come la Boxster Lady Cup, Marta è stata “cercata” da Pirelli. “È stata la prima volta in cui ho sentito chiaramente quello che volevo e come”. In un mondo ipercompetitivo, dove “la macchina non si ferma mai”, Marta ha saputo mantenere una lucidità rara. “La sfida più grande è non farsi inghiottire”. Per lei, il work-life balance non è uno slogan, ma un principio che difende con fermezza: quando può, cerca di non superare i 2 weekend al mese in campo gara. Ovviamente per esigenze di calendario può capitare di superarli; in quei casi, si impegna per recuperare. Se ne fa tre, deve recuperare. Un modo per proteggere relazioni e spazi privati: famiglia, amici, persone “fuori dal paddock”. 

Accanto alla disciplina, c’è la consapevolezza che l’equilibrio mentale si costruisce e si allena. Da qui l’idea di investire nel mental coaching, non solo per sé ma anche per il suo team di 25 persone. “Ho voluto frequentare un’accademia di coaching per dotarmi di strumenti, per crescere insieme al mio team, per imparare a gestire meglio me stessa e chi lavora con me”. Marta è convinta che il ruolo di un manager oggi non sia solo quello di guidare i risultati, ma anche quello di coltivare talenti e proteggere il benessere delle persone. 

Ha le idee ben chiare sul tema del potere e della rappresentanza femminile: “Le quote rosa, se inserite male, creano competizione tra donne, come se ogni traguardo fosse conquistato a scapito di un’altra”. La sua risposta è un’altra: lavorare bene, sostenere altre donne, raccontare storie collettive. E continuare a imparare. “Sto bene quando continuo a crescere, ed è lì che sento di avere un vantaggio competitivo: conosco profondamente questo mondo, e sono felice di poter contribuire al successo dell’azienda in cui lavoro». 

Marta Gasparin

Alessia Del Corona Borgia: la cultura come appartenenza e rete per far crescere Milano 

Direttrice Fondazione Italia Patria della Bellezza. Assessora alla cultura e al marketing territoriale del Municipio 1 – Comune di Milano 

La bellezza di un territorio non è fatta solo di monumenti, arte o paesaggi. È fatta delle persone che lo vivono, delle mani che lo trasformano e delle idee che lo rendono vivo. Alessia Del Corona Borgia ha costruito il proprio percorso professionale e istituzionale a partire da questo principio semplice ma potente: valorizzare il patrimonio culturale come motore di identità, economia e comunità. 

Dopo un’esperienza internazionale a New York, dove ha aperto l’ufficio americano di Friends of FAI e conseguito un diploma in Arts Administration alla NYU, Alessia è tornata a Milano con uno sguardo nuovo sul potenziale culturale italiano. “Chi cresce in Italia tende a dare per scontato il nostro patrimonio, ma viverlo da fuori ti fa capire quanto valore abbia e quanto poco ce ne rendiamo conto”. 

Con questo spirito ha co-fondato il distretto culturale 5VIE, un progetto di rigenerazione del centro storico milanese che unisce design, artigianato e innovazione sociale. “Volevamo creare un modello di marketing territoriale capace di mettere in rete le eccellenze locali, partendo dalla convinzione che la cultura sia un volano di sviluppo se connessa al territorio”. 

Da sempre attenta a favorire sinergie tra commercianti, artigiani, artisti e istituzioni, Alessia ha continuato il suo impegno nel pubblico, diventando Assessore alla Cultura, Turismo e Commercio di Prossimità del Municipio 1 di Milano. Qui porta avanti una visione chiara: promuovere una cultura diffusa, radicata nella storia e nelle persone e, allo stesso tempo, capace di generare reti e opportunità. “La cultura è politica e scegliere di sostenerla è un atto di responsabilità verso la comunità”. 

Il suo impegno si concentra anche nel superare l’individualismo che spesso frena le collaborazioni. “Fare rete significa fare compromessi, ma è l’unico modo per costruire qualcosa di più grande insieme. Serve una visione condivisa e la capacità di guardare al lungo periodo”. 

In questo senso, la Fondazione “Italia Patria della Bellezza, di cui è direttrice, gioca un ruolo chiave come acceleratore di progetti culturali capaci di generare impatto nei territori: musei, scuole, borghi, parchi archeologici, iniziative sociali. “Sosteniamo chi lavora sul campo, chi conosce davvero il proprio contesto e sa come valorizzarlo”. 

Essere donna, madre e professionista ha rappresentato una sfida ulteriore, ma anche un’opportunità per portare avanti un modello di leadership che unisce concretezza e sensibilità. “Ho sempre lavorato meglio con le donne e oggi sono convinta che tra noi esista una naturale tendenza ad aiutarci, a fare squadra”. 

Il percorso di Alessia Del Corona Borgia è la prova che appartenenza e apertura non sono in contrasto e che la “sorellanza” è un concetto esteso, che vale per noi donne, come si propone di affermare la mostra, contrariamente ad un pregiudizio diffuso, ma che applicato genericamente in tutte le relazioni, consente di evolvere e dare valore in ogni contesto.  

Alessia del Corona Borgia

Daniela Bramati: afferrare le redini con le proprie mani e andare in una direzione per definita, senza timori 

Presidente e AD SEV S.p.A. Consigliere Fondazione BPM. Membro CDA e comitato esecutivo ANSA. Consigliera Camera di Commercio Varese. Membro del Consiglio FIEG 

A volte l’appartenenza si conquista. Daniela Bramati, milanese di nascita ma varesina d’adozione, ha trasformato un incontro con il territorio in una scelta consapevole e determinata. Oggi è Presidente e Amministratore Delegato di SEV S.p.A., holding editoriale che guida La Prealpina e altre realtà centrali per l’informazione e la comunicazione nella provincia di Varese. Ma il suo percorso non è stato lineare: è la storia di una donna che ha saputo prendere in mano una situazione complessa, accettare il cambiamento e trasformarlo in opportunità. 

Architetta di formazione, Daniela ha iniziato il suo viaggio professionale in un mondo creativo e razionale. Poi, la vita l’ha portata a Busto Arsizio, dove, affrontando le difficoltà di una nuova realtà e di una cultura familiare fortemente legata a modelli tradizionali, ha scelto di non rinunciare alla propria identità. Ha iniziato nella parte commerciale del quotidiano del marito, muovendo i primi passi da neofita, imparando a conoscere la provincia attraverso le sue persone, le sue imprese, le sue storie. 

“Non conoscevo il giornale, né la provincia. Ho iniziato guardando le necrologie per orientarmi tra i nomi delle famiglie. È stato il primo contatto con un tessuto sociale che poi ho voluto comprendere fino in fondo. 

Dopo la scomparsa del marito, Daniela ha assunto la guida totale della holding, affrontando non solo le sfide operative, ma anche la crisi strutturale del mondo editoriale. Ha rifiutato proposte di acquisizione da grandi gruppi, scegliendo con coraggio di mantenere l’indipendenza e la missione di un giornale radicato nel territorio. “Forse sono stata coraggiosa, ma sentivo che vendere sarebbe stato un tradimento, anche nei confronti di chi l’aveva fondato e aveva profuso impegno prima di me”. 

Non ha paura del cambiamento, anzi, lo cerca, lo analizza, lo studia. Ogni passaggio viene metabolizzato con razionalità e visione. Ha condotto la transizione digitale, rilanciato la linea editoriale, allargato il perimetro d’azione del gruppo fino a renderlo un sistema integrato di informazione, comunicazione e servizi. Sempre con uno sguardo concreto e mai autoreferenziale: “Non mi sento una persona arrivata. Lavoro e basta. E continuo a imparare”. 

Daniela Bramati oggi siede in Consigli di Amministrazione di peso come ANSA, FIEG, Fondazione BPM e Camera di Commercio di Varese. Ma è nel quotidiano, nella redazione, negli uffici, nei contatti con il territorio, che trova il senso più profondo del suo agire. “Il giornale non deve solo informare, ma farsi strumento di coesione e sviluppo. Accendere i riflettori sulle problematiche locali è il primo passo per contribuire a risolverle”. 

Il suo obiettivo è che La Prealpina diventi un vero aggregatore provinciale, capace di unire le forze frammentate del territorio e offrire strumenti di dialogo e proposta. In una provincia spesso divisa, dove ogni realtà guarda al proprio campanile, Daniela lavora per unire: “Anche attraverso gli eventi e le iniziative culturali vogliamo costruire un’identità condivisa e attiva”. 

Visione condivisa profondamente anche da Elisabetta Cozzi e dal suo Museo, che sin dall’apertura operano in questa stessa direzione. 

 

Daniela Bramati e la figlia Paola Ferrario

Tiziana Vallone: managerialità femminile, benessere aziendale e finanza responsabile per un futuro sostenibile 

Dottore Commercialista e Board member. Vicepresidente Manageritalia. Consigliere nazionale Aidda 

Approccio integrato e consapevole al mondo del lavoro, della finanza e del management sono i suoi segni distintivi. Dottore commercialista e revisore legale, con una carriera avviata nel 1998, Tiziana incarna una leadership femminile capace di coniugare visione strategica, attenzione ai valori umani e profondo impegno nel mondo associativo. 

Fondatrice dello Studio Vallone a Milano, ha saputo evolversi professionalmente mantenendo un equilibrio dinamico tra libera professione e incarichi manageriali in azienda, maturando una visione a 360° su finanza d’impresa e governance. “Il mio percorso si è arricchito entrando anche direttamente nelle aziende, esperienza che ha ampliato la mia prospettiva oltre i confini della consulenza tradizionale”. 

Nel corso degli anni, Tiziana ha assunto ruoli chiave nei Consigli di Amministrazione di realtà quotate, banche d’affari e un fondo pensione, con un occhio sempre attento alla finanza responsabile. “Seguo i temi della sostenibilità da tempi non sospetti, ma credo serva equilibrio: transizione digitale e sostenibile sì, ma senza compromettere il tessuto industriale autoctono”. Proprio questa sensibilità ha guidato la sua scelta di occuparsi solo di ristrutturazioni aziendali che non prevedano tagli di personale, “perché il lavoro deve restare una leva di dignità, non solo una voce di bilancio”. 

Nel suo ruolo di Vicepresidente di Manageritalia Lombardia, promuove il valore dei manager nel terziario avanzato e nell’economia della conoscenza, con una visione che intreccia innovazione e benessere organizzativo. “La qualità del lavoro è al centro del cambiamento e include il modo in cui si organizza, dal remote working agli strumenti di welfare. Oggi il benessere aziendale è una priorità che non può essere elusa”. 

Parallelamente, come Consigliera nazionale di AIDDA, lavora per rafforzare il ruolo delle donne nella leadership e nell’imprenditoria, sostenendo misure concrete come lo sviluppo di infrastrutture e servizi a supporto della conciliazione vita-lavoro. “Il nostro sguardo femminile è una risorsa e si esprime anche attraverso la sorellanza, che nel mondo associativo femminile funziona ancora molto: costruire legami, reti, fiducia reciproca”. 

Uno dei nodi centrali del suo impegno è proprio l’associazionismo, che in Lombardia vive ancora una cultura forte e collaborativa. Tiziana crede nella forza delle sinergie interassociative, come leva per la crescita del management italiano e per affrontare in modo coeso le sfide del futuro. 

Il suo consiglio alle giovani professioniste è chiaro: “Curiosità, studio continuo, apertura alle contaminazioni tra saperi. Oggi è fondamentale comprendere anche ciò che non è strettamente connesso alla propria disciplina. Solo così si costruisce una professionalità solida e capace di visione”.  

Tiziana Vallone