Donne e motori in tour 2025

Donne e motori 

Martina Semenzato, Maria Paola Stola Ariusso, Francesca Stanguellini, Giuliana Parabiago

Maggio 2025

RITA PAPARELLA

Ingegnere nucleare, PhD in fisica delle particelle. Giornalista pubblicista e consulente tecnico in progetti industriali di innovazione e R&D

Se è la tua prima volta qui, benvenuta/benvenuto!  

“Donne e Motori? Gioie e basta” è il progetto fotografico del Museo Fratelli Cozzi che sfida i pregiudizi di genere, raccontando la forza di 40 donne attraverso gli scatti di Camilla Albertini. La terza edizione celebra la sorellanza, per superare gli stereotipi sulla solidarietà femminile. 

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Come ogni mese, vi accompagniamo alla scoperta delle donne protagoniste e dei luoghi che hanno ospitato e ospiteranno la mostra e il progetto. 

Onorevole Martina Semenzato con la “sorella” Claudia Segre nello scatto di Camilla Albertini 

Martina Semenzato: Radici forti, sguardo alto, un’onorevole tra valori familiari, impresa e impegno per le donne 

Onorevole Presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere. 

Una forza silenziosa, ma incrollabile, traspare dalla biografia dell’onorevole Martina Semenzato, un’energia che si nutre di radici profonde e visioni elevate e che non trae origine da privilegi, ma da quel terreno solido, e a volte duro, della vita quotidiana, familiare e concreta. Nata a Spinea da padre operaio alla Montedison e madre fruttivendola, Semenzato è cresciuta in una famiglia modesta, matriarcale e rigorosa, che le ha insegnato il valore del lavoro, dello studio e soprattutto dell’indipendenza. A guidarla, sin dall’infanzia, è stato l’insegnamento materno: “Devi essere libera, indipendente da te stessa. Un’idea di autonomia profonda, non solo economica ma emotiva e relazionale, che l’Onorevole mi confessa di aver compreso pienamente solo a seguito del suo incarico nella Commissione Parlamentare. Questo messaggio si traduce nella forza necessaria anche a spezzare legami tossici, fare scelte coraggiose, rifiutare compromessi che non rispettino la propria dignità. 

Il concetto è stato ribadito dalla nostra testimonial, durante la sua recentissima visita al centro antiviolenza “La Nara” di Prato, in cui ha sottolineato l’importanza dell’autonomia economica per le donne come strumento fondamentale per uscire da situazioni di abuso; ha evidenziato come molte donne in Italia dipendano ancora economicamente da partner o familiari, condizione che le espone a vulnerabilità e violenze. 

Quella che abbiamo avuto il piacere di conoscere, è una donna che ha vissuto pienamente ogni fase della propria vita, senza precludersi esperienze: dalla politica, iniziata appena diciannovenne con una candidatura al consiglio comunale, all’impresa, dove ha sfidato settori tradizionalmente maschili. Laureata con lode in Scienze Politiche all’Università di Padova, è stata anche presidente della storica vetreria Salviati di Murano, nonché ex presidente della Scuola del Vetro “Abate Zanetti” e prima (e unica) donna ad aver guidato la sezione Vetro di Confindustria Venezia e Rovigo. 

Il suo ingresso nel mondo del vetro, arte, industria, cultura, è stato anche un punto di osservazione privilegiato sulla necessità di innovare senza perdere tradizione. La sfida maggiore? Innescare un ricambio generazionale e includere sempre più giovani, anche donne, in un ambito considerato a lungo inaccessibile. «Il sistema non è maschilista, è maschile, ma sempre più si aprono spazi dove la presenza femminile è riconosciuta come valore aggiunto». 

I Love Me” è il progetto fondato nel 2019 per aiutare le donne a credere in se stesse, che l’ha portata a scrivere due libri, “I Love Cellulite” e “I Love Me”, con cui ha affrontato il tema della body positivity, dell’autostima e della libertà dai canoni imposti. 

«Nella politica devi portare anche la tua vita». E lei lo fa con autenticità e ironia, affrontando questioni complesse come i disturbi alimentari, la violenza economica, il body shaming. 

In Martina convivono rigore e avventura. Accanto al tulle del tutù, romba il motore della sua Harley- Davidson. Ha la patente nautica, brevetti subacquei, pratica snowboard e ha corso maratone. 

«Amo provare tutto, anche per mettermi alla prova. Non archiviamo mai i nostri sogni!». Un messaggio chiaro alle giovani: esplorare, superare stereotipi, non accettare barriere autoimposte. 

 

Onorevole Semenzato davanti a Palazzo Montecitorio

Onorevole Semenzato presso la Camera dei Deputati

Maria Paola Stola Ariusso: creatività, visione e determinazione nel design dell’automobile 

Co-founder STUDIOTORINO. Docente IED Torino. Volontario ASI Commissione Case Costruttrici e Designers. Collezionista auto storiche. 

Co-fondatrice di Studiotorino, docente di Transportation Design presso lo IED di Torino e attivista per la parità di genere nel settore automotive, Maria Paola incarna l’evoluzione di un’intera tradizione familiare, reinterpretandola con intelligenza, originalità e spirito pionieristico. 

Cresciuta tra le officine del padre Giuseppe, in un contesto in cui la lamiera si piegava all’invenzione e l’estetica del metallo era parte della quotidianità, Maria Paola ha interiorizzato sin da giovane il linguaggio dell’auto come espressione familiare e culturale. Ma è la sua capacità di trasformare quella tradizione in un territorio creativo e personale a definire davvero il suo valore.  

“Ogni prototipo deve contenere una ricerca su qualcosa che non esista ancora”, afferma, sintetizzando una filosofia che unisce metodo e innovazione, tecnica e ispirazione. 

Non è stato, tuttavia, un percorso lineare. Laureata in lingue, insegnante, appassionata di moda, Maria Paola ha saputo intercettare opportunità mai esplicitamente cercate, ma che ha fatto sue con pragmatismo e visione. L’incontro con Alfredo Stola, discendente di una storica famiglia dell’automotive, è stato catalizzatore per un percorso condiviso che, nel 2005, ha portato alla fondazione di Studiotorino, laboratorio artigianale e sperimentale del design automobilistico. Ma già negli anni ’90, con la trasformazione di una Panda in un esercizio di stile, la Destriero, aveva dimostrato come l’intuizione potesse precedere la tendenza. 

Con la sua innata capacità di problem solving, Maria Paola ha saputo trasformare ogni ostacolo in un’occasione di crescita. Nonostante regole aziendali poco favorevoli al suo ingresso, o la difficoltà di conciliare ruoli professionali e familiari, ha costruito il suo spazio, spesso dietro le quinte, ma con un impatto strategico decisivo. PR naturale, regista silenziosa di numerosi progetti, ha saputo gestire relazioni internazionali, saloni, media e logistica con una capacità di pianificazione e un’energia rare. Visionaria quanto operativa, ha portato il concetto di smart working ben prima che divenisse un’esigenza diffusa, collegandosi da casa in campagna, con connessioni lente ma idee velocissime. 

I suoi contributi al mondo del design automobilistico non si limitano all’estetica. Maria Paola ha sempre cercato di far avanzare il discorso tecnico e culturale: dalla sperimentazione del digital printing su pelle nel settore automotive, pionieristico e audace, alla progettazione di veicoli concettuali, passando per corsi sulla mobilità lunare. Il suo approccio è olistico, pedagogico, multidisciplinare.  

Come docente allo IED, è mentore per le future generazioni. “Le poche ragazze che frequentano i miei corsi, mi dicono quanto sia importante per loro vedere una donna parlare di design tecnico”. Ed è proprio qui che il suo valore simbolico si esprime pienamente: testimone e veicolo di un cambiamento culturale. 

Maria Paola è anche attivamente impegnata in AIDA (Associazione Italiana Donne per l’Automotive), con cui promuove progetti di orientamento scolastico per abbattere stereotipi di genere sin dalla scuola primaria. Il suo messaggio è chiaro: ogni bambina e ogni bambino deve crescere libero di pensarsi in qualsiasi ruolo, tecnico o creativo che sia. E in questo, Maria Paola non si limita a ispirare: costruisce ponti, apre strade, crea reti. 

Maria Paola Stola Ariusso, nell’immagine guida della III edizione di “Donne e Motori? Gioie e basta” è con Federica Levy

Francesca Stanguellini: il valore della trasformazione 

Direttrice Museo Stanguellini. Atleta paralimpica. 

A Modena, dove la passione per i motori scorre nel sangue come l’amore per la buona tavola, la famiglia Stanguellini è più di un nome: è una firma incisa nella storia dell’automobilismo italiano. Fondata nel 1900 da Francesco Stanguellini, la casa automobilistica che porta il suo nome è stata un faro per l’innovazione tecnica e l’audacia sportiva. Tra officine e circuiti, nel cuore della Motor Valley, le auto da corsa firmate Stanguellini hanno scritto alcune delle pagine più affascinanti della storia delle competizioni. Oggi, quel patrimonio è custodito nel Museo Stanguellini, luogo che vive grazie all’impegno e alla visione di Francesca Stanguellini, erede di una tradizione familiare che ha saputo interpretare con uno sguardo tutto suo. 

Francesca, figlia di Francesco e nipote di Vittorio Stanguellini, geniale costruttore modenese, cresciuta tra il profumo dell’olio motore e la bellezza delle carrozzerie scolpite a mano, a soli 24 anni, durante un corso per diventare maestra di sci, subisce un incidente drammatico che la costringe a una scelta radicale: l’amputazione della gamba sinistra. Una decisione presa con lucidità e coraggio, dopo anni di operazioni e dolore fisico che le hanno profondamente compromesso la qualità esistenziale. “Avevo una vita davanti e volevo viverla pienamente. La disabilità non era una rinuncia, ma una trasformazione. 

Da quel momento, Francesca incarna un modello di resilienza attiva, capace di superare il trauma e reinventarsi attraverso lo sport, la cultura e l’impegno sociale. Lo fa senza mai spettacolarizzare la sua condizione, ma affrontandola con la discreta determinazione che appartiene a chi sa di avere ancora molto da dare. 

Lo sport rimane una costante: torna a sciare con la protesi, un’esperienza che descrive come una rinascita. I principali successi sportivi di Francesca, attestati da fonti ufficiali, testimoniano un percorso agonistico di alto profilo. Nel 2017 conquista il primo posto ai Campionati Italiani di para-powerlifting, specialità distensione su panca. L’anno seguente, nell’aprile 2018, ottiene la medaglia d’oro nello slalom speciale femminile, categoria “Standing”, ai Campionati Italiani di sci alpino paralimpico. Nella gara disputata sulle piste del Monte Cimone registra il miglior tempo (1’37”76), laureandosi campionessa nazionale. 

Nel 2021 sale sul podio alla Coppa Italia di para-powerlifting, aggiudicandosi la medaglia di bronzo nella categoria 61 kg e contribuendo in modo decisivo al terzo posto a squadre della società veneta Cortina Energym. Nell’ottobre 2022 ottiene la medaglia d’argento ai Campionati Italiani Assoluti di para-powerlifting, sempre nella categoria 61 kg: un risultato che permette alla sua squadra di conquistare il primo posto nella classifica nazionale femminile per società. 

 

Galleria fotografica: Francesca Stanguellini 

Un esempio positivo per chiunque voglia approcciare questi sport, ma anche per i ragazzi dell’organizzazione L’Arche l’Arcobaleno, di Quarto Inferiore, parte di una Federazione Internazionale di Comunità che accolgono persone con disagio mentale. L’Arcobaleno, nata nel 2001, offre un modello di vita condivisa basato su casa, lavoro e amicizia, dove le persone con disabilità intellettiva possono vivere e lavorare in un ambiente inclusivo. Francesca ha già organizzato in passato due itinerari e ha il proposito di portare questi amici con abilità speciali in un nuovo viaggio in tandem. 

Tutto qui? Vi pare poco? E se vi dicessi anche che, quando non è impegnata in palestra o sulle piste innevate, la si trova al volante di auto storiche? Nel 2021, ad esempio, partecipa alla Mille Miglia, dove guida un’Alfa Romeo 1900 TI con comandi adattati, la stessa appartenuta a Clay Regazzoni. Oltre 400 km di curve e memoria, affrontati con il sorriso e la tenacia di chi non accetta confini imposti. 

 

Giuliana Parabiago 

Giuliana Parabiago

Giuliana Parabiago: l’arte di dirigere con grazia e determinazione 

Giornalista di moda e di costume. Autrice, consulente di Pitti Immagine e di Sposaitalia. Docente Storia della Moda all’Istituto Raffles. 

In un panorama editoriale e creativo sempre più in trasformazione, con una carriera che attraversa quasi tre decenni ai vertici di Condé Nast Italia, e una voce riconosciuta come autorevole nelle istituzioni della moda, Giuliana Parabiago è la sintesi rara di eleganza professionale, visione strategica e autodeterminazione. 

Laureata in Lettere, con una spiccata attitudine alla scrittura e alla narrazione, approda al mondo della moda negli anni Ottanta, quando Milano diventa l’epicentro internazionale dello stile. Sono tempi ruggenti, come lei stessa li definisce, costellati di “start-up ante litteram”, tra cui le prime esperienze con un giovanissimo duo emergente: Domenico Dolce e Stefano Gabbana. 

Entrata in Condé Nast come redattrice, Giuliana cresce nella gerarchia redazionale fino a diventare direttrice di riviste iconiche come Vogue Sposa, Vogue Bambini e Sposabella, dimostrando che sensibilità editoriale e capacità manageriale possono convivere. La sua attenzione per il mondo dell’infanzia e per il settore bridal nasce non da una visione commerciale, ma da una scelta precisa: raccontare ambiti “felici”, dove il vestito non è solo forma ma anche funzione, rito, desiderio. 

Nel bambino c’è rispetto e funzionalità, nella sposa un carico emotivo e simbolico che arriva da lontano.” Queste scelte editoriali, apparentemente di nicchia, diventano nel tempo piattaforme di influenza e stile, grazie a un lavoro paziente, colto e sempre orientato alla qualità. 

Diventare direttore significava anche entrare in ambiti che erano tradizionalmente maschili: budget, marginalità, strategia. E lì il pregiudizio, anche se non esplicito, si percepiva.  La sua risposta? Dimostrare con i fatti, senza mai cedere all’ostentazione. 

Nel 2015, di fronte alla crisi strutturale dell’editoria cartacea, Giuliana sceglie con lucidità di lasciare Condé Nast per iniziare un percorso da consulente indipendente. Una decisione non facile, ma coerente con la sua visione: rinnovarsi senza rinunciare all’autenticità. Da allora, è PR & Marketing Consultant per Pitti Immagine, collabora con Sì Sposaitalia Collezioni e continua a scrivere per Elle Spose, mantenendo vivo un filo diretto con il mondo editoriale. Inoltre, è docente di Storia della Moda presso l’Istituto Raffles, dove trasferisce alle nuove generazioni il senso profondo di una cultura che lega costume, arte e società. 

La sua figura si distingue anche per la capacità di muoversi tra ambiti diversi: cura manuali pratici come The Wedding Planner, idea corsi di formazione, scrive saggi (tra cui Principesse reali e principesse regali, manuale su come ispirarsi alle vere principesse senza esagerare) e partecipa a progetti editoriali innovativi come TESTO – Come si diventa un libro.  

Oggi Giuliana Parabiago continua a esplorare il mondo con la stessa curiosità che la animava agli esordi. “Scopro sempre qualcosa che si collega alle mie passioni, perché tutto, se guardato bene, si ricongiunge.” 

Elegante senza rigidezza, colta senza presunzione, manager senza bisogno di slogan, è la testimonianza di come la vera libertà professionale non sia nel fare tutto, ma nello scegliere cosa fare, e farlo bene.